Questa volta vi portiamo momentaneamente un pochino più in là, in primavera, tempo di ricorrenze, delle quali il più delle volte vogliamo lasciare il ricordo grazie alle bomboniere, doni gentili per ringraziare chi partecipa con gioia alla nostra festa.
Anche queste, con il tempo, hanno subito una grande trasformazione: da oggetti di decoro di ripiani e mensole, sono state in parte sostituite da oggetti “di consumo” vero e proprio, quando realizzate con piccoli vasetti di miele, barrette di cioccolato, piantine o quant’altro. A tal proposito, in Bottega, le proposte che potete trovare sono varie, ma, in realtà, vogliamo soffermarci su ciò che rimane perlopiù fisso da sempre: i confetti che le accompagnano. I gusti che vi proponiamo sono quelli classici, dal cuore di mandorla o di cioccolato, ma il valore solidale che accompagna la loro produzione ne fa decisamente un pregio!
Ingrediente accomunante è lo zucchero, prodotto tipico equo solidale, grazie al quale molte persone hanno raggiunto la loro autonomia in Asia, America ed Africa: Copropap dall’Ecuador, PFTC dalle Filippine, MSS dalle Mauritius e Manduvirà dal Paraguay sono solo alcune delle cooperative che si occupano della produzione di questo prodotto.
Lo zucchero rappresenta uno dei beni di consumo quotidiano più richiesti e diffusi su scala globale. I paesi che producono canna o barbabietola da zucchero sono oltre 130 nel mondo: il Brasile è il principale produttore, seguito da India e Thailandia, eppure quella dello zucchero è una filiera spesso caratterizzata da dure condizioni di lavoro, sfruttamento, abusi e violazioni dei diritti.
Nell’agricoltura tradizionale, i braccianti dedicati al taglio manuale della canna da zucchero vengono contrattati tramite pratiche di subappalto e sono pagati a cottimo; sprovvisti di contratti scritti, non godono di nessun diritto e viene loro impedita la libera associazione e l’iscrizione a un sindacato. I lavoratori svolgono orari di lavoro disumani e vengono privati di misure di sicurezza, con gravi ripercussioni sulla loro salute.
Alle problematiche sociali si aggiungono quelle ambientali: le monocolture intensive impattano negativamente sull’ambiente contribuendo al cambiamento climatico, deforestazione, perdita della biodiversità, contaminazione dei terreni con fertilizzanti e diserbanti chimici, avvelenamento delle riserve idriche.
Lo zucchero equo solidale, invece, è prodotto da una filiera etica ad alto impatto sociale; i partner produttori lavorano in condizioni prive di sfruttamento e in sicurezza, ricevono il pagamento di un prezzo equo e il loro compenso è sempre tutelato; vengono stimolati al miglioramento e apprendimento continuo; le comunità riescono ad adattarsi più facilmente ai cambiamenti e ad essere autosufficienti; vengono mantenute relazioni durature e continuative nel tempo; viene loro facilitato l’accesso al credito per poter prefinanziare i raccolti e l’acquisto di materie prime per la produzione.
Questa filiera è anche a basso impatto ambientale: le produzioni di zucchero di canna sono sostenibili e nella maggior parte biologiche; vi è un basso utilizzo di meccanizzazione, che si traduce in minore impatto sul suolo; non si utilizzano terre vergini e non si abbattono foreste primarie; l’impronta di carbonio è quasi nulla: negli zuccherifici si utilizza la biomassa dallo scarto della canna come combustibile; si prediligono tecniche agricole che limitano l’erosione del suolo e che lo proteggono; l’agricoltura è di tipo familiare e difende l’agrobiodiversità.
Questi zuccheri sono integrali, realizzati con metodo artigianale, centrifugati, prodotti in grandi zuccherifici con macchinari sofisticati.
La filiera dello zucchero equo solidale è una filiera corta, che parte dal produttore e arriva direttamente a noi consumatori, rendendo così più dolce il futuro del pianeta e nostro, perché, come al solito, … Basta poco.
I volontari della Bottega equosolidale Bastapoco